venerdì 11 settembre 2015

Quante volte dobbiamo ripetere le cose ai nostri figli?

Uno degli obiettivi perseguiti dai genitori consiste nello smettere di ripetere incessantemente le stesse cose al bambino e dunque insegnargli ad ascoltare fin dalla prima richiesta.
Il fatto di ripetere le nostre richieste ai bambini è davvero diffuso. Immaginiamo  di chiedere a vostro figlio di riordinare la sua cameretta. Se risponde “si, lo faccio subito” potete tranquillamente dedicarvi ad un’altra attività, dato che la situazione è risolta. Ma questo, purtroppo, avviene davvero di rado. Molto più spesso, non si riceve nemmeno un NO, ma un grande silenzio. Come se il bambino fosse sordo.
Secondo uno studio del Dott. Barkley, un adulto ripete ciascuna delle sue richieste in media da tre a sette volte. Il bambino sa esattamente quante volte il padre gli ripeterà le cose, sa quante volte lo farà la madre. E’ come se il piccolo dicesse “Perché ascoltare alla prima, quando mi ripeterà le cose tre volte…”
E quando le ripetizioni non sono efficaci, il genitore minaccia. Ma anche in questo caso sono solo parole, e il bambino lo sa. Diamo raramente esecuzione alle minacce. E quando le minacce non funzionano, il genitore si sente impotente e diventa aggressivo. Ma gridando si perde di più di quello che si guadagna. Si danneggia la stima del bambino e a sua volta, questo, griderà quando vorrà essere ascoltato, cosa che farà ancora maggiori danni.
ATTENZIONE: il bambino non è responsabile di queste grida e delle minacce di un genitore. Essendo dei modelli per il figlio, inoltre, i genitori che dicono al figlio che è lui il responsabile del loro comportamento, gli insegnano a non assumersi la responsabilità per i suoi gesti! Quando il bambino commetterà qualche errore, sarà colpa degli altri.
Ogni volta che l’adulto ripete, incoraggia il bambino a non ascoltare la sua prima richiesta. Questo comportamento è remunerativo per il bambino. Inoltre, se soffre per mancanza di attenzione, ecco un modo per ottenerla.
Per smettere dunque di ripeter sempre le stesse richieste e per ottenere la collaborazione di nostro figlio ecco alcune “tappe” da seguire:
  • E’ possibile ignorare il comportamento di mio figlio? Decidiamo quando intervenire, non facciamolo sempre.
  • Sono un modello per quello che riguarda la mia richiesta? Se la risposta è negativa non interveniamo.
  • Tempo di esclusività. Dedichiamo a nostro figlio del tempo solo per loro, soddisfiamo anzitutto i suoi bisogni affettivi (amore, competenza, libertà, piacere, sicurezza)
  • Interveniamo con strumenti positivi.
Quando chiedete ad un bambino di fare qualcosa, se non ha iniziato a eseguire la consegna nei secondi successivi, andate a prenderlo per mano, senza parlare, e portatelo a fare quello che gli avete chiesto. Si allontana di nuovo? Andate nuovamente a prenderlo. Evitate di ridere e giocare e di rendere la cosa divertente, altrimenti ricompensate il fatto che non vi ascolta e lo incoraggiate a non obbedirvi.
Se insegnate ai vostri bambini ad ascoltare fin dalla prima richiesta a casa, faranno lo stesso a scuola e nei diversi contesti sociali, il che renderà la vita più semplice e più piacevole.
Se intervenite ogni volta che non rimette in ordine e se vi impegnate allo stesso modo, lo rassicurate. Siete prevedibili e il bambino sa che può fidarsi di voi.
E’ importante avere un atteggiamento corretto in tutti i vostri interventi. Attraverso il modo di parlare, il tono di voce, il bambino deve sentirsi amabile, degno di stima. Se pronunciate le stesse parole con esasperazione, avrà l’impressione di essere incompetente.

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