Il mirtillo rosso contro la cistite |
Cara Dottoressa, ho sempre più spesso bruciore quando faccio pipì, dolore in fondo alla pancia e stimolo continuo ad urinare… cosa posso fare?
Quando una paziente mi presenta questo problema non c’è tanto da dire: sappiamo entrambe che si tratta di una fastidiosa cistite che arriva all’improvviso e torna periodicamente come una scomoda compagna di viaggio. Si calcola che almeno una donna su tre soffre di almeno un episodio l’anno di cistite. Esistono, poi, donne che ne soffrono in maniera ricorrente e hanno due, tre o più episodi ogni anno.
In questi casi una terapia antibiotica risolve rapidamente il problema, ma il fatto che gli episodi si ripetano nel tempo porta molte donne ad abusare degli antibiotici con il risultato che si creano molte resistenze e, col tempo, gli antibiotici non funzionano più.
Un aiuto consistente viene dalla natura: il mirtillo rosso è uno dei più potenti rimedi naturali per la cura e la prevenzione della cistite. La Cochrane, mettendo insieme dieci studi scientifici che coinvolgevano oltre mille pazienti, ha stabilito che le donne che soffrono di cistite ricorrente, se assumono bacche di mirtillo rosso, vedono ridurre la frequenza di nuovi episodi del 39%.
Mauro Cervigni, docente di uroginecologia all’ Università Cattolica di Roma, indica che l’assunzione giornaliera di 100 milligrammi di estratto secco o 50 millilitri di succo concentrato di mirtillo rosso riducono in maniera significativa l’insorgenza o la recidiva di cistiti.
«Il merito va attribuito ad alcune sostanze del frutto, acido salicilico e polifenoli, che creano un ambiente sfavorevole al batterio Escherichia coli, principale responsabile della patologia, impedendo che aderisca alla parete della vescica» afferma Cervigni.
Per saperne di più guarda questo interessante video (clicca play):
«Il merito va attribuito ad alcune sostanze del frutto, acido salicilico e polifenoli, che creano un ambiente sfavorevole al batterio Escherichia coli, principale responsabile della patologia, impedendo che aderisca alla parete della vescica» afferma Cervigni.
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