lunedì 26 ottobre 2015

Al via la campagna di vaccinazione antiinfluenzale: non fatevi ingannare dalle chiacchiere!

Il vaccino antiinfluenzale: efficace e sicuro!
Il 9 di Novembre partirà la campagna di vaccinazione antiinfluenzale e tutti i soggetti con età superiore ai 65 anni o con patologie croniche avranno diritto al vaccino da fare gratuitamente negli ambulatori dei propri medici di famiglia.

Negli ultimi due anni le campagne denigratorie sul vaccino antiinfluenzale hanno fatto si che molte persone, spaventate dalle possibili complicazioni, hanno rinunciato a vaccinarsi e i risultati si sono visti durante l'epidemia di influenza. Al contrario degli anni precedenti, i casi di influenza negli ultrasesstacinquenni sono molto aumentati e con essi le complicanze che in alcuni casi sono molto gravi.

Le complicanze dell'influenza vanno dalla broncopolmonite, allo scompenso cardiaco, alle sovrainfezioni batteriche dovute all'abbassamento delle difese immunitarie dovuto all'influenza. Molti pazienti affetti da patologie croniche come il Diabete o la Bronchite Cronica Ostruttiva e l'Asma si sono ritrovati ad affrontare complicazioni che negli anni scorsi non avevano avuto e in alcuni casi hanno rischiato la vita.

I dati della mortalità per complicazioni da influenza non sono ancora disponibili ma ogni anno si calcola che ci siano più di 8 mila morti per le complicazioni da influenza.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di vaccinare almeno il 75% delle persone oltre i sessantacinque anni e tutti i pazienti affetti da patologie croniche per ridurre i casi di influenza e quindi anche la sua gravità nella popolazione. Si è visto, infatti, che anche nei casi in cui il vaccino non è pienamente efficace, l'influenza si manifesta in maniera meno grave e dura meno, quindi espone i soggetti interessati a minori complicanze.

Il Segreto dei suoi Occhi - Scopri il trailer


Non è quindi opportuno farsi prendere da paure o ansie riguardo il vaccino dell'influenza: esso è uno strumento per tutelare la nostra salute e non presenta effetti collaterali se non in rarissimi casi. Le complicanze dell'influenza, al contrario, sono causa di morte ogni anno in Italia. E' quindi bene riflettere attentamente prima di rifiutare la vaccinazione.

venerdì 23 ottobre 2015

La stomatite erpetica, riposo, pazienza e alcuni rimedi naturali

La stomatite erpetica è una malattia infettiva che si manifesta con vescicole all'interno della bocca molto dolorose e febbre.
La sintomatologia è molto fastidiosa perchè spesso impedisce di alimentarsi e, a volte, il dolore è talmente forte che non si riesce neppure a bere.
La trasmissione del virus è per via aerea, ma a volte la malattia si può manifestare semplicemente come riacutizzazione di un herpes di cui si è portatori (le famose bolle che vengono ai lati della bocca o nel naso dopo un episodio febbrile o sotto stress) specie in periodi di stress o per debilitazione dovuta a qualche patologia in corso (anche una semplice malattia da raffreddamento).
La malattia si manifesta nella maggior parte dei casi nei bambini ma non è raro trovarla anche nell'adolescenza e negli adulti.
La causa della stomatite erpetica è un virus chiamato Herpes Simplex che causa sia la febbre che le vescicole in bocca.
La malattia si trasmette per contatto diretto con la saliva dei pazienti malati, quindi si deve fare molta attenzione ai contatti specialmente nelle scuole.
La terapia di questa patologia è spesso solo sintomatica con applicazioni di violetto di genziana, sciacqui con colluttori a base di antiinfiammatori e antifebbrili al bisogno. Pur essendo molto fastidiosa, la patologia evolve e guarisce da sola in 5-6 giorni.
Solo nei casi più gravi è necessario ricorrere agli antivirali che sono farmaci che agiscono solo dopo qualche giorno, quindi nella maggior parte dei casi sono inutili.

Ci sono ottimi rimedi naturali per accelerare il decorso di questa patologia: masticare la radice di liquirizia accelera la guarigione delle afte. Molto utile l'applicazione di propoli in spray o il miele sciolto in bocca. Efficaci sono anche tutti i cibi ricchi di vitamina C come broccoli, spinaci, ciliegie e rucola. Controindicati arance e kiwi perchè la loro acidità ne rende impossibile l'assunzione. Molto utile anche l'applicazione di olio di melaleuca o tea tree oil tramite cotton floc direttamente sulle lesioni.

venerdì 16 ottobre 2015

Disturbo acuto da stress: sintomi ed approccio terapeutico

Disturbo Acuto da Stress: ansia, depressione, confusione

Secondo il DSM VI – TR, una persona può essere soggetto ad un Disturbo Acuto da Stress in alcune specifiche situazioni che vanno poi valutate seguendo alcuni criteri.

I criteri esposti nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali quarta edizione sono i seguenti:
  •   la persona è stata esposta ad una situazione, un evento traumatico nel quale erano presente questi elementi:  
  • Ha vissuto un evento che ha comportato una grave minaccia alla sua vita od integrità fisica oppure a quella di altre persone particolarmente vicine della propria famiglia ed amici
  • .La persona ha sperimentato in situazioni come quelle riportate sopra, una reazione di intensa paura, orrore o impotenza
  • Dopo l’esposizione all'evento traumatico, l’individuo presenta almeno tre dei sottostanti sintomi dissociativi
  1. sensazione di distacco o mancata reattività emozionale, sensazione soggettiva di insensibilità derealizzazione, depersonalizzazione, ridotta consapevolezza dell’ambente circostante e facilità a rimanere molto storditi, amnesia dissociativa che si esplica nella incapacità di ricordare qualche aspetto significativo del trauma vissuto.
  2.  Evitamento di tutti gli stimoli che evocano ricordi ed aspetti del il trauma.
  3.  Sintomi di ansia o di elevato arousal o iperattivazione del Sistema Nervoso Autonomo con risposte di allarme in generale eccessive: tachicardia, palpitazioni, sudorazione fredda, respirazione rapida, nervosismo oltre ad irritabilità e ad una diminuita capacità di concentrazione. 
  4. Il disturbo conseguente al trauma crea un disagio clinicamente significativo all'individuo oppure compromette le sue capacità sociali così come quelle sul lavoro e relazionali anche all'interno della propria famiglia. Inoltre l’individuo può sentirsi incapace di compiere taluni compiti basilari nel corso della sua vita quotidiana ed anche, allo stesso tempo, di richiedere un aiuto ai familiari per ottenere il loro aiuto, narrandogli l’evento scioccante. Può esserci una perdita sia di funzioni sociali ( precedentemente presenti ) sia una perdita di capacità/motivazione di dedicarsi a quelle azioni che in precedenza portavano piacere e momenti di gioia nella propria vita.
  5.  Il disturbo ha una durate minima di 2 giorni e massima di circa 4 settimane. Si manifesta da uno a tre mesi successivi all'esperienza traumatica
Il mattone riparte: ecco i consigli sugli investimenti


Approccio terapeutico al Disturbo Acuto da Stress ( sintesi )

Il disturbo acuto da stress prevede un approccio terapeutico integrato: si parte dal momento diagnostico effettuato da uno psicologo con dei colloqui e specifici test e ad integrazione deve sempre essere fatta anche una consultazione psichiatrica per valutare la necessità della persona di assumere temporaneamente e sotto stretto controllo medico specialistico farmaci utili al controllo della depressione e dell'ansia. Quindi si procede poi con una breve psicoterapia individuale mirata a comprendere insieme al paziente quali siano i fattori predisponenti, scatenanti e di mantenimento dei sintomi disturbanti di cui soffre e che compromettono la qualità della sua vita. 

Inoltre la psicoterapia mira a far comprendere all'individuo quello che gli succede e che in quella situazione lo sconcerta, del perchè gli succede in modo che acquisendone (o riacquistandone) consapevolezza, egli comprenda anche come poterne diminuire l’impatto negativo nella propria vita. 
A volte può essere utile anche un breve percorso di riabilitazione che consenta alla persona di rientrare in contatto con le proprie risorse che a volte un trauma, può come “congelare”. E' utile anche insegnare alla persona che ha vissuto un trauma recente alcune tecniche di rilassamento e, in alcuni casi, di pensiero positivo.

mercoledì 7 ottobre 2015

DEFIBRILLATORI: DISPOSITIVI SALVAVITA TASSATI COME BENI DI LUSSO

I defibrillatori sono dispositivi usati per applicare, mediante elettrodi,  scariche elettriche di elevata intensità e breve durata attraverso il torace del paziente, allo scopo di ripristinare una normale attività cardiaca. Questa, perché garantisca un’immissione sufficiente di sangue in circolo da parte del cuore, deve essere ritmica e con una frequenza di battito entro i limiti fisiologici. Nei casi di aritmie l’uso del defibrillatore può far la differenza fra vivere o morire. 

I defibrillatori possono essere suddivisi in automatici, semiautomatici e manuali. Nei primi due casi ai dispositivi che costituiscono un defibrillatore esterno standard si aggiunge un circuito diagnostico in grado di determinare automaticamente la necessità di applicare una scarica, eliminando la necessità per l’operatore di dover preventivamente interpretare l’ECG. Questa tendenza all’automatizzazione rende possibile l’utilizzo di tali apparecchiature anche da personale non medico, adeguatamente istruito con un breve corso di rianimazione cardiopolomonare, dopo il quale viene rilasciato un patentino. 

Un recente decreto dei ministeri della Salute e dell’Economia stabilisce i criteri e le modalità per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici, tuttavia la legge delega alle regioni i piani attuativi e non impone nessun obbligo per la presenza dei defibrillatori semiautomatici nei luoghi pubblici, rendendone indispensabile l’uso solo per le società sportive. 


Non solo smartphone e tablet. I progetti nel cassetto di Apple


Un vuoto legislativo incomprensibile se si pensa che ogni anno 60.000 persone muoiono di morte cardiaca improvvisa e che i costi di un defibrillatore sono assolutamente contenuti (a partire da 800 euro) e se ne trovano di tutte le marche (ad esempio LIFE-POINT, Heartsine Samaritan, BTL, Generale electric, DEFIBTECH, Saver One, Philips). Infine, considerata l’utilità di questi dispositivi salvavita, stupisce l’applicazione di un’aliquota IVA del 22% sul prezzo di vendita, quasi si trattasse di un bene di lusso superfluo, alla stregua di profumi, capi di abbigliamento e smatphone.

Settimana per la lotta ai tumori infantili: adotta un personaggio dei cartoni!

Un eroe dei cartoni per combattere i tumori infantili
In questi giorni sui social imperversano post con immagini dei cartoni animati che testimoniano l'attenzione sui tumori infantili. Ogni anno in Europa muoiono circa 6000 bambini per tumore, ma i dati che riguardano le guarigioni sono molto incoraggianti. Ad oggi circa 8 piccoli pazienti su 10 guariscono ma i problemi sono ancora tanti. 
«Dopo aver consultato genitori, pazienti, sopravvissuti e medici – spiega Gilles Vassal, dell’Institut Gustave Roussy di Villejuif (Francia) e presidente SIOPE (la società europea di oncologia) – abbiamo stilato un elenco delle questioni aperte e urgenti da risolvere, tra le quali spiccano la possibilità di accesso per i bambini ai nuovi farmaci (che raramente sono sperimentati e approvati in forme e dosaggi adeguati a loro), la mancanza di fondi per la ricerca e di sperimentazioni mirate sulle patologie pediatriche e le disparità di sopravvivenza fra i piccoli malati nei vari Paesi europei, dovute soprattutto alla diversa qualità delle cure». 

Il cybercrime uccide la rete...

«Oggi l’80 per cento dei bambini con un tumore guarisce – commenta Franca Fagioli, direttore dell’ Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti al Presidio Ospedaliero Infantile Regina Margherita di Torino e presidente dell’Aieop (Associazione Italiana Ematologia ed Oncologia pediatrica http://www.aieop.org/web/index.php) – e grazie alle più recenti scoperte sulla biologia dei tumori riusciamo a capire sempre di più su queste patologie, con la speranza che questo ci aiuti a mettere a punto terapie mirate efficaci. Comprendere l’origine delle neoplasie nei più piccoli è uno degli obiettivi fondamentali: se infatti in una persona adulta possono contribuire vari fattori esterni che si accumulano nel corso degli anni (dai cancerogeni ambientali, a fumo e alimentazione scorretta, per esempio), molti dei casi di cancro infantile vengono diagnosticati prima dei 5 anni quando il “mondo esterno” ha avuto ben poco tempo per modificare l’organismo. Con l’aiuto delle più moderne tecnologie dobbiamo indagare meglio difetti genetici e altri possibili cause»
La strada intrapresa nella lotta ai tumori infantili è ancora lunga e serve l'aiuto di tutti per arrivare ad alzare quell'80% di piccoli pazienti che guariscono, ma sembra che la direzione sia quella giusta!

domenica 4 ottobre 2015

Pet therapy: utilità e limiti

pet therapy: utilità e limiti
Pet Therapy: terapie, comunicazione e affetto
La Pet Therapy o" terapia per mezzo degli animali", è nata negli USA nel 1953 e si è diffusa sempre più intorno agli anni '70 del secolo scorso grazie all'operato del dottor Turk.
Turk, che era uno psichiatra, pensò di favorire lo sviluppo di maggiore autocontrollo in persone con gravi disturbi psichici integrando le normali ed abituali terapie farmacologiche, psicoterapeutiche  ed occupazionali con il prendersi di animali domestici.

La Pet Therapy non deve essere considerata come una alternativa a specifiche terapie necessarie alla persona in base alle sue caratteristiche patologiche e di personalità ma piuttosto come una integrazione delle stesse. 

E' necessario che l'animale utilizzato per la Pet Therapy venga scelto in base alle caratteristiche della persona con la quale dovrà interagire e lo stesso vale per l'operatore che dovrà addestrarlo allo scopo e seguire poi nel tempo la coppia animale - individuo.

E' da evitare l'utilizzo della Pet Therapy nei seguenti casi:
  • Con persone che soffrono di deficit immunitari.
  • Con persone incapaci di prendersi cura adeguatamente di altri e di animali o che manifestano chiaramente comportamenti violenti che potrebbero attuare anche verso l'animale, facendogli del male. 
  • Con persone con gravi fobie nei confronti di cani o gatti o di altri animali, che potrebbero non avere benefici ma anzi in alcuni casi, ulteriore stress da questo tipo di terapia di supporto.
La Pet Therapy può portare numerosi vantaggi a persone che soffrono di gravi problemi psichici o fisici che compromettono il senso di integrità individuale  
Vantaggi che possiamo così declinare:
  • Livello affettivo: il rapporto con un cane o un coniglio o gatto oppure un asinello, un cavallo, un delfino, ecc, può riempire temporaneamente il vuoto presente nei rapporti umani e rappresenta anche un importante modello di interazione affettiva. 
Non Essere Cattivo - Candidato all'Oscar


Un modello che potrà poi venir trasferito nei rapporti con le persone poiché in modo vicario, è molto utile ad aumentare la fiducia negli altri esseri viventi, ed attraverso un processo di apprendimento per generalizzazione, nelle altre persone. Per evitare però che queste persone con problemi non si isolino ulteriormente dagli altri chiudendosi nel rapporto esclusivo con l'animale, è necessario che il percorso di Pet Therapy avvenga sempre alla presenza e con la supervisione di un operatore del settore.
  • Livello ludico: gli animali domestici giocano con l'uomo sempre molto volentieri consentendo così agli individui sofferenti di investire nuovamente e spesso anche dopo molto tempo in questo campo della propria vita, sperimentando nuove esperienze di divertimento, che donano così buonumore, utile alla salute in generale.
  • Livello responsabilità: prendersi cura di un animale richiede un costante, consapevole e forte senso di responsabilità, che si rivelerà poi funzionale anche in altri settori della vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali.
  • Livello comunicazione: il linguaggio uomo/animale è tipo semplice e ripetitivo. I toni  sono molto simili a quello che le mamme utilizzano con i neonati e figli piccolissimi. L'effetto dell'utilizzo di questi toni, è quello di produrre un senso di rassicurazione e conforto tanto in chi lo emette tanto in chi lo ascolta. Un animale domestico ed in particolare un cane, è un ottimo ascoltatore. Non contraddice la persona che parla e non la giudica (anzi, il cane si mostra sempre particolarmente interessato alla voce del proprietario o a quella di chi in altro modo, si occupa di lui, a discorsi ed a frasi anche ripetitive, che alle persone magari sembrerebbero strani ), permettendo così alla persona stessa, di provare minore ansia quando parla in tal modo.
  • Livello umore: quando le condizioni di vita  sono molto dolorose per gravi malattie fisiche che generano vissuti luttuosi e depressivi e che richiedono cure stressanti; in persone con gravi carenze affettive e/o disfunzioni cognitive sia croniche che temporanee (dopo un incidente ad es., o una malattia), la vicinanza ed il contatto con un animale domestico da poter coccolare, accarezzare, spazzolare e nutrire, produce sollievo ed un effetto rasserenante.  
Ciò favorisce un generale e più rapido miglioramento psicofisico  o rende più sopportabili le proprie condizioni qualora siano immodificabili.

giovedì 1 ottobre 2015

COLPO DI FRUSTA: COLLARE SI O NO?


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Il colpo di frusta è un evento traumatico molto frequente, conseguenza di un improvviso e inaspettato contraccolpo che comporta un movimento ampio della testa e del collo fino ai limiti fisiologici del movimento articolare.

Nell’immaginario collettivo il colpo di frusta è associato al tamponamento da dietro, ma in realtà la meccanica del sinistro può essere varia (urto frontale, laterale, caduta con proiezione da una moto, ecc…). Le conseguenze biomeccaniche dei vari meccanismi traumatici  sono comunque sovrapponibili, ed i processi patologici che si innescano molto simili. 

Successivamente ad un colpo di frusta, nel passato si faceva largo uso del collare cervicale, prescritto praticamente sempre e comunque. Le nuove evidenze scientifiche, però, indirizzano per un uso più limitato del collare, che non dovrebbe essere prescritto nei pazienti con colpo di frusta lieve, mentre c’è indicazione, ma per pochi giorni nei pazienti con un trauma moderato. Il collare è invece utile, o addirittura indispensabile, nei traumi più severi. L’immobilizzazione della colonna vertebrale cervicale, comunque, se permette la guarigione dei tessuti traumatizzati, pregiudica la corretta attivazione della muscolatura cervicale e spesso ritarda i tempi di guarigione. 

Passati i primi giorni in cui occorre tenere sotto controllo l’eventuale dolore, l'obiettivo terapeutico principale deve essere quello di un rapido recupero funzionale ed un ritorno precoce alle attività abituali. Inizialmente il paziente può avvertire il collo rigido, dolorante e, non di rado, una lieve sindrome vertiginosa. Ciò non deve tuttavia allarmare: sarà compito del medico assistere il paziente e spiegare quale potrà essere l’evoluzione del quadro clinico. 


Il prezzo del petrolio ai minimo storici


La rieducazione deve essere iniziata molto precocemente: è utile eseguire movimenti lenti e regolari, inizialmente di rotazione, poi di flessione ed estensione ed infine di flessione laterale. A questi, successivamente, si potranno associare esercizi di attivazione dei muscoli cervicali, terapie manuali ed eventuali terapie strumentali. Regola imprescindibile è che i movimenti effettuati non siano dolorosi e che, in presenza di una certa limitazione funzionale, non si forzi mai il movimento limitato sperando di vincere un eventuale “blocco”. 

Nel caso in cui, quindi, abbiate subito un incidente, soprattutto se modesto, evitate di passare delle settimane con il collo bloccato da un fastidioso collare perché, semplicemente,  non serve a nulla!