L’evoluzione tecnologica e l’industrializzazione
dell’ultimo secolo hanno portato innegabili vantaggi sociali, ma hanno portato
anche delle modifiche nel nostro regime alimentare che hanno delle ricadute
molto negative sulla nostra salute. Diversi studi scientifici, indipendenti fra
di loro, hanno messo in evidenza, in tutta la sua drammaticità, l’inadeguatezza
dell’alimentazione moderna ed il ritardo con cui la medicina sta reagendo ai
problemi nutrizionali. Per comprendere quanto siano devastanti gli effetti di
un’alimentazione scorretta occorre dire con chiarezza che l’assunzione di cibi
inadeguati per l’organismo (industriali, iperprocessati, poveri in nutrienti e
ricchi in grassi, conservanti e coloranti) è alla base di molte patologie
moderne, come testimoniato dai numerosi studi che hanno confrontato l’incidenza
di malattie come gli infarti, i tumori, il diabete e l’obesità in popolazioni
che hanno un’alimentazione più vicina a quella primitiva rispetto a noi
occidentali.
Fra i punti più critici dell’alimentazione
moderna possiamo elencare:
1. Eccessivo apporto di carboidrati raffinati:
l’eccessivo consumo di carboidrati e di zuccheri raffinati (non integrali) è
legato a molte patologie tra cui obesità, diabete, sindrome metabolica,
ipertensione, malattie cardiovascolari, dislipidemie ed alcune forme di tumore
(colon, seno, prostata). Il consumo annuale di zucchero nel Regno Unito è passato,
in poco più di un secolo (dal 1815 al 1970), da 6.8Kg pro-capite a 54.5Kg, con
un aumento dell’800%! Negli USA il consumo di zucchero nel 2000 è arrivato a
69.1Kg all’anno. Il problema, oltre alle scelte alimentari sbagliate, è anche aggravato dall’assunzione
inconsapevole di zucchero, che viene aggiunto proditoriamente (con il fine di
creare dipendenza) in moltissimi prodotti confezionati tra cui bibite,
merendine, caramelle, condimenti e perfino nel salmone affumicato e nella
senape.
2. Errata assunzione
di acidi grassi: la demonizzazione ingiustificata dei grassi ha comportato
un ridotto consumo anche di quelli sani e uno spostamento verso cibi a basso
contenuto di grassi ma con zuccheri aggiunti, molto deleteri per la salute. Sono i cosiddetti cibi “light”, vere trappole
per i consumatori che ne consumano in abbondanza ingerendo grandi quantità di
zuccheri raffinati. Un bilanciato consumo di acidi grassi è invece essenziale
per la salute umana, garantita in particolare dall’assunzione di acidi grassi
omega 3 con proprietà anti-infiammatorie, neuro e cardio-protettive. Sono
invece assolutamente da evitare i grassi idrogenati, presenti in massa nei cibi
industriali (ad esempio l’olio di palma), che non vengono metabolizzati dal
corpo umano e hanno effetti davvero devastanti sul metabolismo.
3. Scarso contenuto di
micronutrienti: la raffinazione e produzione industriale dei cibi li rende
sostanzialmente privi delle concentrazioni di micronutrienti (vitamine,
minerali) necessarie a garantire la salute. Secondo molti autori, nel mondo
occidentale si vive in una condizione di carenza cronica di vitamine e
minerali, carenza che non è sufficiente a dare una vera e propria avitaminosi
ma che incide negativamente sul nostro metabolismo e sulla funzionalità
enzimatica.
4. Scarso contenuti di fibra: ai cibi raffinati viene
ovviamente tolta la fibra che però ha un ruolo importante nella fisiologia
dell’apparato gastrointestinale. La fibra solubile, di cui sono ricche frutta e
verdura, funge da tampone per l’assorbimento di zuccheri e grassi, riduce le
LDL (colesterolo “cattivo”) e aumenta le HDL (colesterolo “buono”) mentre la fibra insolubile, che si trova
prevalentemente nei cereali integrali serve ad ottimizzare il transito gastrointestinale.
5. Errato equilibrio
acido-base: tutti i cibi, dopo essere stati digeriti, rilasciano sostanze
alcaline o acide nella circolazione sanguigna. Oggi la maggior parte dei cibi
alcalinizzanti o neutri (legumi, verdure, frutta, noci, semi, tuberi) sono
spariti dalla nostra alimentazione per lasciare spazio a cibi acidificanti
(carne, uova, latte, formaggi, sale). Questo comporta che molti di noi vivono
in uno stato di acidosi cronica che è causa di numerosi squilibri metabolici.
L’inadeguatezza dell’alimentazione moderna è un
dato di fatto scientificamente dimostrato. Purtroppo la maggior parte dei
medici fatica a comprendere l’importanza dell’alimentazione nella salute
dell’uomo (nel corso di laurea di medicina ancora oggi la nutrizione clinica
viene ignorata) e a volte sembra anche che le indicazione fornite dalla classe
medica siano ancora una volta filtrate delle industrie alimentari.
Cosa fare allora? Probabilmente per garantire la
nostra salute nel futuro dobbiamo impossessarci nuovamente del nostro passato.
Gli animali selvatici mangiano obbedendo esclusivamente allo stomaco e al
sistema gastrointestinale: non ingrassano, mangiano quel che basta per sfamarsi
e rimangono attivi ed autonomi fino a pochissimo prima della loro morte. L’uomo
moderno mangia guidato dal cervello ed i centri del piacere, non sazia il suo
corpo ma i suoi desideri. Ma, è sotto gli occhi di tutti, ne paga le conseguenze
in termini di malattie degenerative che, a causa di gravi disabilità, troppo
spesso rendono gli ultimi anni della vita un vero calvario.