SPORT,
PREVENZIONE E TUMORI: DI CORSA CONTRO IL CANCRO
Spesso, quando
il medico consiglia ai propri pazienti di fare regolarmente attività fisica,
questa raccomandazione viene riposta in un angolo della mente e dimenticata. E
invece l’attività fisica costante, così come l’alimentazione corretta, va
considerata alla stregua delle prescrizioni farmacologiche: qualcosa che è
importante “assumere” regolarmente. L’uomo, infatti, non è geneticamente programmato per uno stile di
vita sedentario e l’assenza di un’adeguata dose di movimento espone a un aumentato
rischio di malattie cardiovascolari, obesità, diabete e cancro.
L’impatto
dell’attività fisica sulla patologia tumorale è un argomento di elevato
interesse e con abbondante letteratura, anche se la sua valutazione appare
estremamente complessa: sono state avanzate numerose ipotesi su tale correlazione,
ma tuttora non si conoscono gli esatti meccanismi con cui lo sport riesce a
prevenire diverse forme di tumore. Si ipotizza che l’attività fisica consenta di ottenere questi
risultati aumentando l’ossigenazione dei tessuti e i livelli di composti
protettivi come gli antiossidanti, favorendo il controllo di sostanze che si
sono dimostrate cancerogene come alcuni ormoni o fattori infiammatori,
riducendo la quantità di grasso corporeo e rendendo più veloce il transito
degli alimenti nell’intestino.
Qualunque siano
i meccanismi, comunque, il dato fondamentale è che l’attività fisica ha una
reale azione preventiva sull’insorgenza di alcune patologie tumorali.
In questo senso
occorre avere ben chiara la differenza fra prevenzione
e diagnosi precoce. Nonostante i due termini vengano a volte confusi o
utilizzati come sinonimi, dire diagnosi precoce non equivale a dire
prevenzione: la prima, infatti, permette di individuare tumori molto piccoli e
non ancora diffusi agli organi vicini, ma la malattia è comunque già presente; la
seconda, invece, si riferisce ad una serie di comportamenti attuati con lo
scopo di evitare che il tumore si formi.
Nel tumore del colon-retto, ad esempio, la prevenzione
consiste fondamentalmente nel mantenere sotto controllo il peso corporeo con
l'esercizio fisico e assumere una dieta povera di grassi e ricca di frutta e
verdura, mentre la diagnosi precoce è
rappresentata da esami specifici (ricerca di sangue occulto nelle
feci, colonscopia).
Secondo il
Center for Diseases Control di Atlanta, un adulto dovrebbe fare 30 minuti al
giorno di attività fisica moderata per almeno cinque giorni a settimana (per
esempio camminando a passo svelto) e 20 minuti di attività fisica intensa (come
correre) per almeno tre giorni a settimana. Sommare le ore non è produttivo in
termini di prevenzione: tre ore di sport concentrate in un giorno non hanno lo
stesso effetto benefico di tre sessioni di attività fisica di un’ora ciascuna
effettuate in giorni diversi. L’effetto dell’attività fisica sul cancro del
colon è uno dei più studiati: sono stati pubblicati oltre 50 studi
sull’argomento, dai quali si deduce che all’aumentare dell’attività fisica (per
intensità, durata o frequenza) si riduce il rischio di ammalarsi. Un soggetto
attivo ha un rischio relativo ridotto del 30-40 per cento rispetto a un
soggetto sedentario, e ciò indipendentemente da altri fattori di rischio come
il peso corporeo. Ad attività più intensa corrisponde maggiore protezione. Anche
i dati riguardanti il tumore al seno indicano che le donne attive sono meno a
rischio di quelle sedentarie, anche se la riduzione del rischio varia
moltissimo da studio a studio (tra il 20 e l’80 per cento) per cui al momento
non è possibile dare una stima scientificamente attendibile. Secondo gli esperti
la protezione deriva dal fatto che lo sport abbassa i livelli degli ormoni
femminili e dei fattori di crescita legati all’insulina, che hanno un ruolo
importante nello sviluppo del cancro del seno. Lo sport e il movimento sono
utili sempre, sia prima sia dopo la menopausa, ma è la pratica sportiva intensa
durante l’adolescenza che sembra fornire la massima protezione. Il sovrappeso
annulla in parte i benefici, che sono massimi per le donne normopeso. Riguardo
il tumore al polmone i soggetti attivi fisicamente vedono ridursi del 20 per
cento la possibilità di ammalarsi grazie alla regolare pratica sportiva (uomo o
donna indistintamente). Servono però ulteriori studi per comprendere meglio se
il beneficio aumenta con l’intensità, mentre è dimostrato che nessuna pratica
sportiva è in grado di contrastare efficacemente l’effetto nefasto del fumo di
sigaretta.
L’attività fisica è infine una risorsa anche per le persone che hanno già
ricevuto una diagnosi di malattia. Diversi studi scientifici hanno evidenziato
che, nel caso di donne con cancro al
seno, vi è un evidente miglioramento sia della qualità di vita (con riduzione
della sensazione di stanchezza, spossatezza e mancanza di energia) che della
prognosi. Vantaggi sono stati riscontrati anche per i pazienti con cancro al
colon: il movimento riduce il rischio di recidive e aumenta la sopravvivenza.
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